Alex fa 50

Compleanno importante per Alex Del Piero che compie 50 anni.

Alessandro Del Piero compie 50 anni. Tempo per l’ex capitano e bandiera della Juventus di fare un bilancio tra passato, presente e futuro. Lo ha fatto con lo storyteller Federico Buffa e con il direttore di Sky SportFederico Ferri, all’interno del format, “Federico Buffa Talks“. Queste alcune delle prime anticipazioni della lunga intervista.

TORNARE ALLA JUVE – “Io credo che una persona, o più di una persona nell’entourage di una società, che abbia partecipato alla storia del club debba esserci e debba ricoprire mansioni. Il legame che ho con la Juve, ovvero tutte le persone che hanno partecipato al mio percorso in bianconero, rimane bello com’era all’epoca. Non lo sporcherò mai con niente, se mai dovessi ricoprire un ruolo in questa società. Mi riferisco anche ai tifosi, il fattore campo si sente. Ma sapete cosa vuol dire avere la gente che esulta anche per una scivolata, una rincorsa, ovviamente per un gol? Stadi come quelli moderni poi, così vicini ai calciatori, ti fanno volare”.


LA B NEL 2006 – “Quando siamo retrocessi in Serie B con la Juventus abbiamo trovato un campionato totalmente diverso da quello a cui ero ed eravamo abituati. Quello è stato un momento drammatico per la Juve. C’era tanto odio nei nostri confronti, noi eravamo i capri espiatori, che sul campo dovevano penare. Entrando in campo pensavo che solo un mese e mezzo prima ero a Berlino a sollevare la Coppa del Mondo. Ero comunque sereno perché essere lì in Serie B era una mia scelta. Il momento era drammatico anche per come ci vedeva la gente e per quello che pensavano di noi. Ho giocato con compagni straordinari in Serie B. Per la Juve era un momento di ricostruzione, avevamo delle posizioni scoperte e anche la penalizzazione di -17 che ci era stata inflitta in classifica. Per tutte le squadre era la partita della vita, non potevamo permetterci tanti sorrisi”.


RINNOVO IN BIANCO –
 “Quella decisione nasce da alcuni mesi difficili. La squadra andava male e si parlava tanto del mio contratto soprattutto dal punto di vista economico. Io avevo sempre sottolineato come non fosse quello il problema, probabilmente era fatto anche per mettermi un po’ in cattiva luce. Per questo motivo ho poi annunciato pubblicamente che avrei firmato in bianco. È una decisione che nasce però dal 2006 dopo la retrocessione in Serie B. Lì è iniziato un percorso che ci ha visto finire nel baratro, ma che io non volevo accettare. Il mio desiderio era lasciare una Juve vincente come l’avevo trovata io nel 1993. La mia idea in quel momento era quella di vincere ancora. Nel 2011 quindi ho firmato in bianco per togliere tutti i dubbi sul mio conto, le mie motivazioni erano solo legate al campo e al legame con la Juventus. Quello che mi è successo in 19 anni con quella maglia ha dell’incredibile”.


ZIZOU – Zidane l’ho vissuto da compagno e purtroppo anche da avversario. C’era una totale sinergia tra noi, non servivano parole né sguardi. Bastava pensare la giocata e, anche se lui era dietro di te, sapevi esattamente che lui si sarebbe fatto trovare proprio nel posto in cui tu avevi pensato di mettergli la palla. Secondo me Zizou è diventato Zidane alla Juve, poi l’ha dimostrato di più al Real Madrid perché ci ha vinto la Champions League, però la Juve lo ha formato sotto molti aspetti”. 

Redazione

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