Era dall’alba dell’estate che Max Verstappen non vinceva un Gran Premio in F1, un digiuno durato 10 gare.
Le premesse per mettere fine all’astinenza di vittorie iniziata domenica 23 giugno non sembravano esserci, il pilota olandese dopo l’eliminazione in Q2 partiva dalla 17esima posizione dello schieramento di partenza per effetto delle cinque di penalità da scontare per l’introduzione del sesto ICE stagionale per ridare un po’ di brio ad una power unit apparsa definitivamente stanca in Messico.
Eppure già dopo pochi metri sono state poste le basi per quella che in definitiva è stata una cavalcata irresistibile. Verstappen ha concluso il primo giro in decima posizione e ha terminato la corsa da leader solitario con quasi 20 secondi di vantaggio su Esteban Ocon e un giro veloce di un secondo superiore a tutti gli altri.
Sul bagnato ad Interlagos il tre volte iridato si è esaltato come nel 2016, ma stavolta non ha nemmeno dovuto dare un saggio di controllo della vettura e ha centrato la vittoria.
Il successo del pilota della Red Bull ha trasformato quello che poteva essere un finale di stagione con il fiatone ad una passeggiata dato che saranno sufficienti 24 punti nelle prossime tre gare per conquistare il quarto titolo consecutivo. Helmut Marko ha commentato così il capolavoro del suo pupillo ai microfoni di Sky Deutschland sottolineando che Verstappen non ha voluto accontentarsi per rispondere in pista a tutto quello che è accaduto nelle ultime settimane caratterizzate da roventi polemiche sollevate dalla guida aggressiva del pilota olandese: “Verstappen è stato di un altro pianeta. Quando poteva guidare con pista libera volava. Ha fatto dei sorpassi sensazionali. Avevo detto che sarebbe salito sul podio, ma ha potuto addirittura fare di più e ha dato la risposta giusta a ciò che sta accadendo ultimamente“.
Quest’ultima dichiarazione polemica stride con il fatto che ultimamente Super max ne ha combinate di tutti i colori.