Perde in casa per 2 a 0 contro un Napoli concreto dove i big fanno la differenza.
Per archiviare la cronaca della partita basta ricordare i due gol nel primo tempo: Lukaku dopo cinque minuti e contando il recupero a cinque dalla fine Kvara. Due a zero e palla al centro.
Certo il Milan qualcosa ha combinato ma non a sufficienza per andare in gol e per far girare una partita che da subito si era messa malissimo.
Di fronte alla sconfitta anche coloro che erano d’accordo sull’ennesima esclusione di Leao e Tomori hanno cambiato idea perché perdere non fa piacere a nessuno, tanto meno in casa oltretutto in una partita che rischia già di essere lo spartiacque della stagione.
Ora è chiaro che a pagarne le spese sarà Fonseca, sia per le sue decisioni che per il gioco inconcludente del Milan, ma a parità di situazione, cioè con i moti carbonari in atto nello spogliatoio difficilmente qualcun’altro riuscirebbe a fare meglio.
La rivolta “dell’abbeveraggio” quando Leao e Theo si estraniarono dal gruppo appare oggi molto più grave di quanto apparì nel momento in cui si videro i due giocatori dall’altra parte del campo. Volevano andarsene da una squadra che per loro non era competitiva già in estate, con un allenatore che non giudicavano all’altezza, con dei limiti di comunicazione dovuti oltre che alla lingua anche al carattere.
Ora siamo a questo punto, a metà classifica con una partita da recuperare chissà quando in cui si sarà obbligati a fare dei punti per risalire e non è per nulla scontato che ci si riesca. In Champions la situazione è tesa, non compromessa ma non rosea e questa stagione sembra essere sempre di più un mezzo fallimento.
Se si devono prendere delle decisioni per correggere il tiro questo è il momento, anzi siamo già oltre.
Il Napoli se la gode. Pragmatico, spietato, concreto segna e porta a casa punti che fanno malissimo anche ai cugini milanesi del Milan, allunga in campionato in una trasferta da bollino rosso, “monetizzando” al massimo la giornata.
De Laurentiis se la gode e capisce che senza una guida forte, che gli costa carissima, non si va da nessuna parte. Ma quanti soldi gli sono costati le scelte sbagliate della scorsa stagione con l’esclusione totale dalle Coppe Europee? Verrebbe da dire che se tutto andrà bene, COnte lo ha fatto pure risparmiare, anzi guadagnare.
La parabola di Osimhen dovrebbe insegnare anche qualcosa al Milan. Poteva anche rimanere a Napoli con il suo stipendio clamoroso, ma senza di lui e con Lukaku che si sposa perfettamente con il gioco di Conte, se lo sono già dimenticati tutti.
Leao e Theo se si riesce a monetizzare il giusto vanno salutati il prima possibile, magari affiancati dall’ormai scadente Tomori e ripartire con concretezza. Ma riuscirà la squadra a sopravvivere ad una rivoluzione così profonda? Forse sarà più facile prendere un altro allenatore, tenersi i “rivoluzionari” e sperare che si impegnino almeno un po’ per la causa.
Allegri è alla finestra, ma magari Moncada e soci useranno anche qui l’algoritmo con cui fanno il mercato per scegliere l’allenatore … ma quanto manca Maldini al Milan?