Fonseca si arrabbia

Le continue polemiche e le domande incalzanti della stampa fanno saltare il tecnico del Milan.

La sosta ha portato con sé tanti pensieri nella testa di Paulo Fonseca, dopo l’ammutinamento dei rigori che segue quello dell’abbeveraggio e le continue polemiche dei giocatori ogni qual volta si ritrovano davanti ad un microfono, di sicuro non hanno contribuito a riflessioni serene.

Si dimostra comunque combattivo Fonseca ed a precisa domanda risponde senza tanti giri di parole: “Non sono un attore, vivo dentro lo spogliatoio faccia a faccia con i giocatori. Se abbiamo qualche problema non me ne frega un cazzo del nome dei giocatori, li affronto direttamente e mi rivolgo a coloro che hanno sbagliato“.

Dopo Firenze? Il primo giorno è stato bello, perché non ho visto nessuno. Ero arrabbiato, dopo questo tipo di partite non mi piace vedere nessuno. Poi ho incontrato la squadra e abbiamo iniziato a preparare la partita con l’Udinese. Per me è stato molto importante ieri parlare di quello che era successo con la Fiorentina. Cosa ci siamo detti? Tutto quello che voi pensate, quello di cui è normale parlare dopo quello di cui è successo. Non chiudo gli occhi davanti ai problemi, li affrontiamo“.

Ed ora arriva un filotto di partite che non si possono sbagliare e l’impressione è che tutto quello che non sarà una vittoria potrebbe costare la panchina all’allenatore. Specialmente in Champions League.

Indipendentemente da quello che si pensa e si apprezza Fonseca, vederlo dibattersi in un tale ginepraio fa … tristezza.

Giocatori che usano tutti i mezzi per screditarlo e contemporaneamente giocano a braccio di ferro con la società uno per il rinnovo, Theo l’altro per avere più libertà in campo, Leao. Nel mentre i compagni si schierano o quantomeno salgono sul carro di quelli che alla fine saranno i vincitori, perché è chiaro che il Milan non può far fuori Leao, Theo, Abraham e Tomori tutto in colpo. Chi comanda è un fondo d’investimento che deve portare guadagni agli investitori e non nuovi giocatori.

Quello che alla fine pagherà sarà l’allenatore e la partita con l’Inter vinta quasi per distacco fa aumentare il nervoso ed il rammarico nel tifoso rossonero, ma anche nei compagni che si auguravano di vivere una stagione vincente vista la rosa e le premesse. Morata e Pulisic sembrano persino dei marziani in questo gruppo quasi autogestito, dove alla fine nemmeno Zlatan sarà immune dall’esonero se tutto dovesse andare male.

Immaginiamo che Ibra rimpianga i momenti in cui dentro lo spogliatoio alzava la voce e forse anche le mani quando i compagni davano segni di squilibrio.

Una cosa è certa dare la fascia di capitano a persone come Theo e Leao è stato un errore grossolano.

Fonseca alza la voce … ma qualcuno lo ascolta?

Redazione

Redazione

YouTube
YouTube
Instagram