A 48,5 km dall’arrivo va in fuga e coglie 25° successo del 2024.
Ormai per Tadej Pogacar sono finiti gli aggettivi, e paragonarlo ai più grandi di sempre, vedi Eddy Merckx, appare perfino riduttivo.
Il fenomeno sloveno ha vinto per distacco anche il giro di Lombardia, piantando in asso il gruppo degli altri migliori, o presunti tali, quando mancavamo 48,5 chilometri alla conclusione della ‘classica delle foglie morte’.
Pogacar ha vinto per il quarto anno consecutivo, eguagliando quindi questo primato che finora apparteneva solo a Fausto Coppi con il suo poker dal 1946 al 1949 compreso.
Quello del 2024 è stato un ‘Lombardia’ davvero bello, e a testimoniarlo c’è stato anche il secondo posto dell’olimpionico (ed ex iridato) Remco Evenepoel, anche lui arrivato da solo ma staccato di più di tre minuti da Pogacar. Il suo pianto dopo aver tagliato il traguardo ha emozionato, è stato quasi una dimostrazione di impotenza perché anche un grande campione come il belga, pur avendo dato tutto, poco ha potuto fare contro il Michael Jordan, o il Roger Federer, della bicicletta.
L’Italia accenna invece un sorriso grazie al terzo posto di Giulio Ciccone, protagonista di una bella prova. Pogacar ha colto a Como il 25/o successo del suo 2024, compiendo un’altra impresa memorabile, visto che è riuscito a vincere nello stesso anno non solo Giro, Tour e Mondiale ma anche due classiche, la Liegi-Bastogne-Liegi prima di questo suo quarto giro di Lombardia. Ecco perché, risultati alla mano e visto il modo in cui li ottiene, è giusto considerarlo un marziano del ciclismo. Come lui solo Merckx, che nel 1972 vinse Giro, Tour, tre classiche (Sanremo, Liegi e Lombardia) e trovò anche il tempo di andare in Messico e stabilire il primato dell’Ora. Dopo oggi viene da pensare, anche se Evenepoel sicuramente non sarà d’accordo, che se Tadej non si fosse arrabbiato con il comitato olimpico sloveno per l’esclusione dalla squadra per i Giochi della sua fidanzata, anche lei ciclista, Urska Zigart, avrebbe vinto perfino a Parigi, cogliendo quell’oro olimpico che insieme alla Parigi-Roubaix è l’unica perla che ancora manca alla sua collezione di trionfi.
Appuntamenti probabilmente solo rimandati, vista l’età del campione del mondo, intanto Pogacar ha fatto il vuoto anche oggi, andandosene a 6,5 km dalla vetta della Colma di Sormano (e 48,5 dal traguardo), la salita di 13 km che viene affrontata dal lago di Como e che in questa edizione n. 118 dl Lombardia era il momento clou, e quindi quello giusto per attaccare. Nessuno gli ha risposto, e il vantaggio è andato progressivamente aumentando, così Pogacar è diventato anche il primo dal 2006 (quando ci riuscì Paolo Bettini) ad imporsi nella classica autunnale con addosso la maglia di campione dl mondo, dopo aver ‘sfilato’ tra migliaia e migliaia di tifosi. Per la felicità anche di papà Mirko e mamma Marjeta che lo hanno seguito dal vivo durante la corsa. “Sono molto felice di aver potuto alzare in cielo, qui a Como, la bicicletta dopo l’arrivo – le parole di Pogacar dopo l’arrivo -. Ma non paragonatemi a Merckx, a me basta essere il migliore della mia epoca”. Ma viste anche le ammissioni del ‘Cannibale’ dopo il Mondiale (“forse è già più bravo di me”) viene da dire che Pogacar sta già andando oltre. Cose mai viste, e casomai da confermare: per Tadej può essere questa la nuova sfida.