Come era prevedibile le parole di Spalletti non hanno fatto piacere in casa Inter.
C’è sorpresa in casa interista per le parole di Spalletti dette durante un’intervista a Rai Sport: “Rispondo a tutti al telefono ma so anche riattaccare“.
Chiaro il riferimento alla necessità in certi casi di troncare sul nascere contatti pericolosi con certi pezzi del tifo organizzato. A tanti è sembrata una puntura al suo ex club e, in fondo, anche al collega Simone Inzaghi che, intercettato al telefono con un capo ultras della Nord del Meazza (Marco Ferdico, ora in galera con aggravante mafiosa), aveva parlato un po’ troppo di biglietti da dare alla curva prima della finale di Champions.
Detto per inciso che in effetti le parole del CT hanno un senso in quel contesto, sono i tempi ed i modi oltre al fatto che Spalletti è un ex, ad aver lasciato l’amaro in bocca ai nerazzurri.
Il commissario tecnico azzurro e tecnico interista dal 2017 al 2019 ha risposto a una precisa domanda sulle difficoltà che può avere un allenatore in certe situazioni scivolose. Era, inevitabilmente, figlia degli ultimi giorni convulsi nel suo ex club e della fresca audizione di Simone: “Io posso raccontare quello che ho vissuto a Milano e non mi sono mai trovato a che fare con queste situazioni – la premessa del c.t. azzurro — Anzi, non mi è nemmeno mai successo durante tutta la carriera che qualcuno mi abbia telefonato per certe cose. E per questo l’ho trovata una cosa molto nuova, che mi ha sorpreso. Non lo so quali siano stati i rapporti precedenti, se uno non lo conosci penso sia difficile poter scambiarci delle parole. Io rispondo a tutti, anche a quelli che non conosco, però poi so riattaccare e so continuare la conversazione con chi mi telefona“.
Da lì la meraviglia del club nerazzurro, che è stato considerato parte lesa dai magistrati.
Lo stesso Inzaghi, anche lui non indagato, non ha certo apprezzato (non risultano telefonate chiarificatrici durante la giornata), anche se al momento nessuno in casa Inter drammatizza la questione: questo è il tempo della collaborazione con la procura e la stessa deposizione di Inzaghi è stata definita esauriente dagli investigatori della polizia.
La mediazione con la società sul tema dei tagliandi pre-Istanbul era, dal punto di vista dell’allenatore, necessaria a scongiurare uno sciopero del tifo nella partita più importante dell’anno. Effettivamente, alla fine, gli 800 biglietti promessi dal club alla Nord erano diventati 1500, poi rivenduti a prezzi stellari.
Per tornare a Spalletti evidentemente l’esonero che portò Conte e lo scudetto è rimasto sul gargarozzo e come ben sappiamo Spalletti ha la memoria lunga e quando può si toglie i sassolini dalle scarpe.