La cessione di Bellanova sembra aver tolto il tappo alla bottiglia della protesta.
La sensazione è che la cessione di Raoul Bellanova all’Atalanta, per le modalità veloci con cui è arrivata e per il profilo non entusiasmante del sostituto scelto (Marcus Pedersen), abbia scatenato il nervosismo e la frustrazione latente all’interno della piazza granata. Come se si trattasse della famosa goccia che fa traboccare il vaso.
Chi ha sempre ravvisato mancanza di ambizione e improvvisazione nell’operato del club granata ha nuove frecce al proprio arco. Se la prestazione positiva della squadra in casa del Milan aveva creato un certo ottimismo (nonostante la rimonta subita), il passaggio di Bellanova all’Atalanta ha rappresentato una coltellata al morale di chi vuol bene al Toro.
I social e i siti web sono inondati da commenti di tifosi che scaricano in questo modo la frustrazione attuale. In molti chiedono al presidente Cairo, da sempre individuato dai suoi contestatori come principale se non unico responsabile, di passare la mano.
C’è anche chi avanza l’idea di una maxi-contestazione. Sicuramente anche chi è solitamente misurato stavolta sembra essersi spazientito.
L’altra sera al chiosco davanti alla curva Maratona non è passata inosservata la riunione di parecchie persone della tifoseria più calda probabilmente per decidere la strategia della contestazione.
Il Pres. parla di un giocatore con il mal di pancia che voleva andare via e nuovi acquisti, dopo aver detto (e ridetto) di aver investito nel tempo un sacco di Milioni dimenticandosi però di tutti i giocatori venduti ( e non sono pochi) nel tempo che ne hanno fruttati molto di più. Il tema della contestazione pensiamo sia proprio questo oltre alla evidente mancanza di un progetto che vada oltre la salvezza.
Saranno giorni di fuoco quelli che arriveranno senza contare che Bellanova il Toro se lo troverà di fronte proprio nella prossima partita.