Emozioni azzurre che il calcio non ci da più

Questo inizio di Olimpiadi riesce a ridare quelle emozioni azzurre che sembravano perdute.

Quattro giorni di Olimpiadi ed un primo risultato lo si può già ottenere: un concentrato di phatos, tifo, emozioni e qualche delusione che dopo un Europeo di calcio fatto di noia azzurra, ci eravamo quasi dimenticati.

La finale delle ragazze della spada, sarà per il tifo contro (giusto così), sarà perché ottenuto all’ultimo secondo, sarà per il tricolore con il blu dall’altra parte, insomma per tutta una serie di motivi l’ultima stoccata ci ha ricordato l’ultimo calcio di rigore con Grosso che impazzito corre nello stadio di Berlino.

Fare un paragone con Spalletti e la “sua nazionale” è quasi impietoso.

Nel post gara le interviste di chi si è appena portato a casa la Medaglia sono un concentrato di amore, passione, sacrificio lungo anni, con dediche semplici come quella alla nonna che non c’è più o all’allenatore che ti portava in auto a faticare mentre gli raccontavi i tuoi sogni.

Che differenza con le parole di qualche giocatore che non riesce a mettere niente nelle parole se non qualche pensiero preconfezionato, non tutti per carità ma il buon 80% di quelle interviste le potrebbe rilasciare chiunque: merito della squadra, merito degli schemi, merito dei sacrifici.

Appunto i sacrifici.

Pensiamo alle medaglie del nuoto dove non solo gli atleti passano anche 6 ore al giorno in piscina a ripetere vasche, movimenti, cercando di limare giorno dopo giorno qualche decimo per poter accendere il proprio sogno … magari nel frattempo laureandosi.

Un mesetto fa ascoltavamo interviste deliranti di un allenatore che parlava come uno Sciamano Sioux, mescolando le carte come il Mago Silvan, arrampicandosi sugli specchi come Reinhold Messner sugli ottomila, con l’obiettivo finale di scaricare il barile per conservare il posto milionario.

Paragoni in effetti impossibili da fare.

Probabilmente anzi sicuramente la differenza la fanno i soldi, i troppi soldi nelle tasche di atleti che pensano principalmente alla Ferrari nuova, all’ultimo tatuaggio dal messaggio improbabile, alla velina da mettere in cantiere.

In questi quattro giorni ci siamo goduti finalmente lo sport e non tutto quello che ci gira intorno ed il gusto che si sente in bocca è proprio buono.

Redazione

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