Il tabellone ed il meccanismo con cui vengono assegnatati i diritti tv.
Tutto deriva dalla Legge Melandri del 2008. Dall’incasso complessivo vanno tolti, come sempre, il contributo ad Agcom, la mutualità verso le categorie inferiori e il movimento di base e il paracadute per le retrocesse.
Nell’ultimo anno il totale delle risorse nette distribuibili ai 20 club è stato di quasi 1,1 miliardi: per la precisione 1072 milioni, 54 in più della stagione precedente.
Per la prima volta, nel 2023-24 è stato implementato un nuovo criterio, quello dei minuti giocati dai giovani calciatori, varato nel 2019 ma mai applicato: pesa per l’1,1% per un totale di 12 milioni. Di conseguenza la torta viene distribuita così: 50% in parti uguali; 28% in funzione dei risultati sportivi, di cui il 14% in base alla classifica (11,2%) e ai punti (2,8%) dell’ultimo campionato, il 9,33% in base ai risultati degli ultimi 5 campionati e il restante 4,67% secondo i risultati storici a partire dalla stagione 1946-47; 22% in proporzione al cosiddetto “radicamento sociale”, rappresentato per il 12,54% dagli spettatori paganti dal vivo certificati Siae, per l’8,36% dall’audience media delle dirette tv e per l’1,1% dal minutaggio dei giovani.
Fonte Gazzetta dello Sport