Cosa ci lascia il campionato di Serie A appena concluso.
Si deve giocare ancora una partita, ma l’unico verdetto che ancora manca è quello che deve dire se il Torino giocherà in Conference ma questo dipende dalla Fiorentina se vincerà o meno la Conference League.
La seconda stella dell’Inter potrebbe essere uno dei motivi per cui ci ricorderemo di questo campionato, oppure l’accesso allargato alla futura Super Champions League che il prossimo anno vedrà 5 squadre italiane impegnate, o meglio ancora la vittoria dell’Europa League dell’Atalanta traguardo storico e fantastico.
Ma vittorie a parte questo verrà ricordato come l’anno degli allenatori, mai così protagonisti, mai così incensati, mai così criticati e … mai così esonerati.
Iniziamo da Allegri, criticato, licenziato e spesso deriso oltre quelli che possono essere i suoi demeriti, se ve ne sono. Critiche che hanno coperto i limiti di una rosa scadente in molti dei suoi elementi e scostante in altri. Di certo non un giusto mix per ottenere dei buoni risultati. In definitiva però non bisogna dimenticare che oltre al terzo posto la Juventus ha conquistato anche la Coppa Italia, ma ci si ricorderà soprattutto del licenziamento per giusta causa, dove le giuste cause principali sembrano essere il risparmio e la vendetta.
Il Milan ha deciso di mettere fine al rapporto con Pioli, colpevole probabilmente con il suo staff dei troppi infortuni che hanno limitato la squadra e dei Derby che sono diventati un tabù. Anche lui però ha avuto a che fare con giocatori che sono andati troppo ad intermittenza come Leao e Theo Hernandez che essendo i migliori della rosa … incredibilmente svogliate le partite in Europa League con la Roma tanto da condannare la squadra. Certo il confronto con i cugini è parso impietoso soprattutto nella competenza della dirigenza.
Le belle news arrivano da Motta e Gasperini sicuramente artefici dei successi delle loro squadre. L’Atalanta con un sicuro futuro davanti mentre quello del Bologna con la partenza del suo allenatore appare per lo meno nuvoloso.
Anche Lazio e Roma non si sono fatte mancare nulla in fatto di allenatori: Sarri stufo di una squadra che non lo seguiva più ha salutato la compagnia regalando al suo Presidente anche un bel pò di milioni, mentre in casa giallorossa hanno messo probabilmente la parola fine sulla luminosa carriera di Mourinho. I sostituti Tudor e De Rossi hanno dato buoni segnali e dovranno confermarli nel prossimo campionato.
Scendendo con la classifica troviamo Italiano della viola anche lui ai saluti, con l’incognita della finale: se vincerà la Conference sarà un’ottima annata, altrimenti la solita stagione interlocutoria. Anche il Torino perderà il suo Mister: Juric ha detto basta alla gestione limitante di Cairo che non sembra mai voler fare il passo che potrebbe portare il Toro oltre la mediocrità.
Al Napoli decisamente va la medaglia d’oro per la gestione allenatori: De Laurentiis in versione Direttore Sportivo sembra aver perso un pò la brocca con scelte quantomeno bizzarre, senza rendersi conto che Spalletti nel campionato vinto ha usufruito dell’esperienza in Russia dove il campionato è diviso in due spezzoni da sempre, mettendo a frutto le sue capacità e preparazioni mirate. Ora si parla di Conte e già siamo pronti a gustarci le inevitabili scintille : due galli nello stesso pollaio non li vediamo bene.
Gilardino, su cui non avremmo scommesso un copeco, ha fatto benissimo nonostante ad esempio gli abbiano venduto Dragusin a metà stagione ha sempre proposto un calcio propositivo ed è uno dei pochi che ha iniziato, finito e sarà confermato.
Palladino un’altro che se ne andrà dopo un campionato discreto ma senza squilli con un Monza però tutt’altro che una corazzata. Marco Baroni con il suo mediocre Verona ha compiuto una mezza impresa e si merita una nota di merito per aver creato un gruppo compatto e coeso con l’occhio puntato sia al biliardo che ai punti.
D’Aversa ed il Lecce un’altra storia border line di questa stagione, non stava facendo male ma il carattere da Fight Club lo ha portato all’esonero ed il sostituto Gotti ha dovuto “solo” timonare la barca verso il porto sicuro della salvezza.
l’Udinese, vera e propria miracolata dell’anno inizia confermando Sottil per poi virare su Cioffi, cavallo di ritorno, per poi cambiare di nuovo rotta andando su Cannavaro. Pozzo fa concorrenza a De Laurentiis salvandosi con fortuna a 10 minuti dalla fine del campionato.
Sir Ranieri con maestria, calma ed esperienza salva un Cagliari che sembrava morto e sepolto e alla fine molla pure lui per raggiunto limite d’età e pensiamo anche per sfinimento. Il Cagliari la prossima stagine o inverte la tendenza o saranno dolori facilmente pronosticabili.
Anche l’Empoli fa tris quest’anno: Zanetti, Andreazzoli e Nicola. Il primo spento e demotivato, il secondo probabilmente non ne aveva troppa voglia della solita minestra, il terzo è il solito salvatore della patria che alla fine non sbaglia quasi mai. Miracolato pure l’Empoli.
La palma della sfortuna va sicuramente a Di Francesco che punta tutto sulla solidità e la costanza ma proprio questo non gli fa fare lo squillo che serviva quanto meno a non perdere in casa lo spareggio salvezza. Alla fine male male.
Fine della favola Sassuolo ed è facile pronosticare un tramonto in stile Chievo. Anche qui un tris ma con il plus della confusione: Dionisi, Bigica (una giornata), Dionisi, Ballardini che ha potuto solo certificare la fine di un epoca in una squadra che si era arresa da tempo.
A chiudere la Salernitana un disastro completo. Un Poker di allenatori mica da ridere: Sousa, Inzaghi, Liverani (che ha dato il colpo di grazia) ed infine il redivivo Colantuono di cui si erano perse le tracce da anni e visti i risultati si è capito il perchè. Anche se la squadra veramente mal assortita si è ridotta a fare da fornitore di punti a chi era in crisi.
Il Libro dei Mister per questo campionato finisce, ma ci sono delle belle premesse per il prossimo. Se la Juve come sembra prenderà Motta ed il Milan Fonseca (bella scommessa) per Napoli, Fiorentina, Torino, Monza, Bologna, Cagliari, Udinese, Empoli (forse) per la Serie A ed ovviamente le tre retrocesse il futuro è tutto da scrivere. Solo 5 allenatori su 20 hanno iniziato e finito il campionato e saranno confermati … quando si dice “avere le idee chiare”.