La vittoria con l’Inter firmata da Conceicao è la terza di fila in campionato.
Terza vittoria di fila (quarta compresa la Champions) e quarto posto. Il Derby d’Italia numero 253 consegna al campionato una Juve più cattiva, cinica e matura. Certo, il gioco bianconero è ancora un po’ impreciso, confuso e in fase embrionale, ma sul piano dell’atteggiamento in campo la svolta c’è stata.
Un cambio di passo più fisico che tattico, ma comunque efficace per quanto riguarda la classifica e i meccanismi di un gruppo ancora a caccia di un’identità precisa, ma con diverse certezze in più nella battaglia e un nuovo leader tecnico al centro dell’attacco.
Contro la corazzata Inter, allo Stadium la banda di Thiago Motta è scesa in campo agguerrita, lottando senza badare troppo alla forma nel primo tempo e portando a casa una vittoria preziosa in chiave Champions aumentando i giri nella ripresa.
Tutto grazie a una prova solida in fase difensiva guidata da un Gatti in versione guerriero e da un Veiga preziosissimo in entrambe le fasi davanti a un super Di Gregorio, tanta fisicità in mediana con un Thuram incontenibile e a un Kolo Muani in attacco capace di alternare sportellate e giocate di fino per creare spazi e fare la differenza nello stretto con la sua qualità. Qualità che a un quarto d’ora dal termine ha fatto saltare il banco e rotto l’equilibrio.
Contro l’Inter a mettere la firma sul match ci ha pensato Conceicao con freddezza, ma tutto nasce da un numero dell’ex PSG in area. Roba da top player con le idee chiare su cosa bisogna fare con la palla tra i piedi e che sa prendere la squadra per mano quando il gioco si fa duro. Il resto poi è arrivato di conseguenza sulla scia dell’entusiasmo e della voglia di centrare un grande risultato. Dopo il gol, infatti, la Juve ha acquistato fiducia nel possesso, serrato le linee con i cambi e lottato su tutte le palle, respingendo l’assalto nerazzurro nel finale e sfiorando anche il raddoppio in un paio di occasioni, clamorosamente sfortunato Koopmeiners.