Dopo la debaclé di ieri contro il Benfica in molti hanno pensato ad Allegri.
E’ un modo dire fiorentino e Max Allegri è un livornese di scoglio, ma all’epoca anche Livorno faceva e parte del Gran Ducato di Toscana e quindi siamo certi che ieri sera guardando la partita, perché l’ha vista di sicuro il reietto Max abbia detto” San Giovanni non vuole inganni“.
Abbiamo ripensato a lui quando abbiamo visto Danilo accompagnato alla porta senza tante moine, esattamente come fu fatto con lui. Anzi a Max fu rinfacciato di non avere stile quando con un trofeo in mano si è sbracciato nel mandare, proprio la, Giuntoli e chi gli consentiva di comportarsi così.
Si sa che i tempi cambiano e ultimamente anche troppo in fretta e che quindi non poteva durare in eterno la sua presenza sulla panca bianconera, ma per uno che aveva traghettato la squadra e la società in un momento difficile, dove sul ponte della nave non era rimasto più nessuno … ma proprio nessuno, forse si sarebbe meritato qualcosa di più rispetto alle zero parole ed ai due giocatori da serie C che gli furo comprati.
Dopo Allegri anche Danilo, stesso modo di fare che sinceramente non ci è piaciuto per nulla.
Le criticate vittorie di corto muso, con Allegri che diceva:” l’importante è aver un gol in più degli altri, quando fai i conti basta un punto in più per vincere i campionati”, devono essere risuonate parecchio fra le mura della Continassa, quando la miriade di pareggi fatti di prestazioni scarse e musi lunghi ha allungato il distacco bianconero dalla vetta che ora più che mai appare incolmabile.
Allegri avrà pensato o magari detto al telefono con Andrea Agnelli, a me hanno comprato l’Alcarz che non sa nemmeno giocare a tennis, per il Bimbo d’Oro hanno speso 200 milioni e non li sa nemmeno mettere in campo.
Immaginiamo che ieri sera Max da Livorno sia uscito nel giardino di casa e guardando il mare abbia svuotato le scarpe dalla miriade di sassolino che lo hanno infastidito in questi mesi, che abbia sorriso amaro nel vedere quella sua creatura ridotta così male.
Siamo convinti che al di la della rivincita personale, alla fine non sia contento per la Juve. Tanti i trofei portati nel museo i suoi per poter gioire delle sconfitte altrui.
Di sicuro sia Giuntoli che Motta magari ieri sera si sono guardati dietro per vedere se c’era Max da Livorno che li seguiva ridendo. L’ora dei conti sembra sempre più vicina e se la rotta è questa allora saranno dolori … calcistici ovviamente.
Intanto ieri i fischi sono piovuti come in un temporale a ferragosto.