Missione compiuta

Con una netta vittoria sul Cagliari la Juve va ai quarti di Coppa Italia.

La Juventus si mette subito alle spalle il clamoroso pareggio con il Venezia in campionato e batte 4-0 il Cagliari in Coppa Italia, conquistando l’accesso diretto ai quarti di finale della competizione.

Dopo un buon avvio dei rossoblù, Vlahovic la sblocca al 43′. Nella ripresa, poi, una pennellata di Koopmeiners firma il raddoppio dei bianconeri. Ci pensano Conceicao Nico Gonzalez a chiudere il discorso. La Vecchia Signora adesso se la vedrà con l’Empoli, per cercare di conquistare la semifinale. 

Su due uomini in particolare si era concentrato il pre partita bianconero: Koopmeiners Vlahovic. Il primo era stato aspramente criticato per le (non) recenti prestazioni, il secondo aveva un alterco fresco fresco con la curva, con tanto di minacce. Tutto rientrato e già prima della gara: gli ultras hanno mostrato uno striscione pacifico, sancendo la pace.

Koop. Che Thiago arretra, per provare nuove soluzioni e un po’ pure a furor di popolo. Non c’era commento alla vigilia che non cercasse di trovare una soluzione ai drammi dell’olandese, e nel marasma della ricerca di un senso all’olandese, ecco qui la prima soluzione di tutti e pure di Motta: partire un po’ più indietro, dare una mano in fase di non possesso a Thuram e aumentare i giri del motore sulla trequarti, quando si affiancava a Yildiz. Risultato? Beh, non male. Si può rivedere, si può fare meglio, e si può riscrivere anche qui un destino già scritto. Per chi ha dubbi sulla tecnica, citofonare Scuffet: la punizione è stata strepitosa. 

E se il gol di Koopmeiners è stato il ghiaccio definitivamente sciolto, la girata di Vlahovic valeva già le sensazioni di una serata completamente differente. Stop spalle alla porta, sguardo a destra, sguardo a sinistra e poi l’imbucata ad angolo, come nel biliardo: palo e rete. Perfetto.

Nella serata in cui era chiamato a rispondere, e stavolta senza che la curva si sentisse provocata, DV9 non si è limitato al gol, alla performance e all’aura ritrovata. Ha fatto di più: ha fatto proprio una gran partita, purtroppo condita da troppi errori sotto porta. Il vero Dusan è questo qui. E può piacere, e può non piacere. E dovrebbe far di più, pure se fa tanto.

Redazione

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