Nerazzurri sottotono puntano allo 0 a 0 ma alla fine escono sconfitti.
L’Inter è andata a due minuti da essere la prima nella storia a rimanere senza subire gol dopo sei partite, ma dopo un match di applicazione feroce a Leverkusen è crollata sul più bello.
Il primo gol subito porta in dote anche la prima sconfitta nella nuova super Champions, ma i 13 punti in classifica con due partite abbordabili davanti, Monaco a San Siro, volo a Praga contro lo Sparta, fanno comunque sperare per la qualificazione diretta nel G8 di Champions, ma contro il Bayer serviva tutt’altro atteggiamento, al di là della beffa finale: a volte i nerazzurri hanno dato l’impressione di essere venuti in Germania solo per pareggiare pagando un dazio salato alla fine.
Si nota anche da lontano che quando Lautaro non c’è, lo rimpiangi. Quando c’è, vedi che non è più lo stesso. Stavolta sono state mostrate entrambe le opzioni di pensiero. Comunque Taremi non è più quello di inizio stagione. E non è Lautaro, nemmeno quello di quest’anno. Neppure l’Inter però è stata brillante come finora aveva mostrato in tutte le partite di Champions League.
Il possesso della squadra di Xabi Alonso è costante, raffinato, ricamato, pericoloso fino alla trequarti, ma questa squadra per diventare davvero d’élite avrebbe bisogno di uno stoccatore diverso: a Wirtz manca Boniface, infortunato, o comunque un altro attaccante di pari rango. I nerazzurri, invece, sembrano conoscere l’antica arte della sofferenza e sanno stare molto bassi con applicazione massima, quando è necessario. Eppure, con una partita pensata dall’inizio con questo canovaccio, anche una piccola disattenzione può essere decisiva: quella finale, quando non c’erano avvisaglie di pioggia, che porta alla rete di Mukiele, fa male a tutta l’Inter.