Il punto della situazione sul caso doping che coinvolge Sinner.
nella testa di Jannik c’è un pensiero che non lo abbandona: il ricorso al Tas che potrebbe risolversi anche dopo l’Australian Open. L’Agenzia Mondiale Antidoping ha deciso di impugnare la decisione dell’Itia che, dopo essersi rivolta a un tribunale indipendente, aveva dichiarato innocente Sinner non riscontrando né colpa né dolo nell’assunzione accidentale della sostanza proibita, il Clostebol, uno steroide contenuto nel Trofodermin, il cicatrizzante dato dal preparatore al fisioterapista Giacomo Naldi che si era ferito.
Il giudizio davanti al Tas è de novo, cioè non si giudica sulla legittimità della decisione di primo grado ma si riesamina il merito da capo. Sinner dovrà dimostrare di non essere stato negligente o, in subordine, di non essere stato significativamente negligente. Nel caso non venisse riscontrata negligenza, non ci sarà alcuna sanzione nei confronti del numero 1 al mondo, mentre nel secondo caso, ovvero se fosse ritenuto negligente la sanzione può andare da un minimo di 12 mesi a un massimo di 24 mesi. Un caso, quello di Sinner, che non può essere paragonato a quello di Simona Halep: per la giocatrice si trattava di contaminazione mentre per Jannik si tratta di sostanza proibita.
Dalle informazioni che sono filtrate, la Wada ha depositato la memoria di appello e scelto il suo arbitro, e a giorni anche il team del giocatore dovrebbe depositare la sua memoria. Il collegio dovrebbe essere completo a breve e il processo potrebbe svolgersi a febbraio, prima dei tornei sul cemento americano, gli stessi dove nel 2023 Jannik è risultato positivo al Costebol .
Sulle date tuttavia non ci sono sicurezze: l’arbitrato si farà quando tutte le parti saranno d’accordo e non è facile con un tennista impegnato 40 settimane l’anno.