Realista

Si “presenta” Tudor con grinta e voglia e Giuntoli lo conferma per il Mondiale per Club.

Un attimo di riflessione sull’arrivo di Tudor era obbligatorio perché dopo lo Tzunami Thiago bisognava vedere cosa era rimasto in piedi sulla spiaggia della Juventus.

Sono tante le scorie rimaste addosso a giocatori e dirigenti e forse solo ora con un normalizzatore, realista e juventino ci si rende conto di come Motta fosse anni luce dal pensiero che tutti hanno della Juventus.

In fondo lo spirito da nomade con un occhio allo specchio e l’altro ai casi suoi che ha contraddistinto la carriera di Motta fino a qui andava analizzato e capito prima , ma tant’è questa “epopea” è finita, passata, archiviata ed ora bisogna pensare solo al presente.

Tudor si cala subito nella realtà odierna della Juventus, una squadra che ha bisogno di certezze dopo un lungo tunnel in cui la precarietà era vista come motivo di lotta.

Quindi si parte dal principio ovvero Locatelli Capitano è un buon inizio indipendentemente dalla scelta, bisognava dare subito delle certezze. La seconda è Vlahovic in campo e sicuramente anche qui è la scelta migliore ed anche più scontata che si potesse fare, perché non può essere che Dusan abbia disimparato a fare gol ed anche perché se dovrà andare via almeno partirà con una contropartita decente in cambio.

Insomma fra un racconto ed un altro, qualche amarcord che stuzzica soprattutto il cuore dei tifosi ci stiamo avvicinando a passi svelti alla prima delle solite nove finali di fine campionato. Tutti sempre ci dicono che da qui alla fine saranno tutte finali e questa volta è proprio così.

Tudor ha un vantaggio che potrebbe per nel tempo trasformarsi in una pecca. Ci spieghiamo.

Queste nove partite sono un po’ come la fase finale della Coppa del Mondo: è importante non perdere mai ma è anche basilare vincere per riuscire ad arrivare alle finali contro le designate Bologna e Lazio, con uno zainetto pieno di punti e di certezze ritrovate.

Dovesse farcela (pensiamo che sarà così) in società potrebbero farsi venire il dubbio che Tudor è un allenatore da “Torneo” e che sulla lunga distanza, il campionato, magari non è in grado di farcela.

Oggi naturalmente si può parlare solo di ipotesi e congetture.

Quindi qualche colata di cemento per le fondamenta Tudor l’ha piazzata, ora bisogna iniziare a tirare sul i primi pilastri su cui costruire la casa e qui molto dipenderà dalla bravura e dall’impegno dei “muratori” nell’interpretare al meglio i disegni dell’architetto.

Redazione

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