Mission impossible

Faccia a faccia tra Motta e la Dirigenza Juve per cercare una soluzione alla crisi.

Vogliamo essere chiari da subito: ci sembra quasi impossibile che Motta riesca a recuperare la fiducia del suo gruppo di giocatori.

Detto questo sarebbe stupido non provarci, anche se i rischi in questo momento sono tantissimi, il primo è quello dell’esclusione dall’Europa che conta, nel senso che conta il maggior numero di Euro che entrano in cassa.

I vecchi modi di dire hanno però sempre uno fondo di verità e spesso ci anticipano quello che verrà. E’ il caso di dirlo che mai come questa volta il vecchio adagio “chi semina vento raccoglie tempesta“, ha il suo preciso fondamento.

Ma secondo voi nella testa dei giocatori o nei loro cuori se preferite, vedere chi ti ha messo in difficoltà in tutti questi mesi, facendoti passare, bocciandoti, come inadatto allo sviluppo del progetto Juve, oggi nel vedere che lui, proprio lui, è in difficoltà in quanti gli tenderanno la mano per cercare di salvarlo?

Si certo sono professionisti e vanno sopra a certe cose, ma sono anche professionisti quando la sera vanno in giro e si divertono anche se c’è un impegno prossimo venturo importante. Questo per dire che saranno anche professionisti ma, per fortuna, sono anche umani e il mal di stomaco o le ansie che il loro allenatore è riuscito a procurargli in questi suoi mesi gestiti con il frustino sotto il braccio, con poche parole e con la certezza di avere il potere assoluto non si dimenticano solo perché dalla società ti dicono che bisogna compattarsi.

Alla sequela di prestiti senza possibilità di conferma quanto potrà interessare se Motta ci sarà l’anno prossimo? Nulla!

A tutti gli ex capitani di stagione o agli scaldatori di panchine seriali quanto potrà interessare fare gruppo con uno che, non solo non ti ha mai rispettato, ma che decide il tuo futuro in base ad un progetto fantasioso? Anche qui assolutamente nulla!

L’unica cosa che potrebbe andare a suo favore, non per suo merito, sarebbe un rigurgito di amor proprio che potrebbero avere i giocatori che hanno preso una scoppola dietro l’altra e che si vergognano, obbligati, ad andare sotto la curva a chiedere scusa.

Il calendario non aiuta Motta, nemmeno lui, che per centrare la Champions dovrà battere e non pareggiare Roma e Lazio che lo inseguono ed il Bologna che lo precede.

La sequenza è questa Genoa la prossima in casa, Roma all’Olimpico, un più facile Lecce in casa, una trasferta contro il pericolante ma con Chivu lottatore Parma al Tardini, un attimo di riposo con il Monza in casa per poi andare a Bologna dove lo stanno aspettando e non con piacere, sempre in trasferta si ritorna all’Olimpico per confrontarsi con la Lazio, in casa con l’Udinese che è un cliente scomodo anzi scomodissimo, per poi chiudere a Venezia dove un po’ tutti (vedi Napoli) stanno faticando e che anche se probabilmente già retrocesso vorrà salutare la serie A di sicuro non sbragando.

Di sicuro non una passeggiata di salute.

Certo che con il Genoa che randella e corre come un matto e con la Roma, un’altra partita che vale una stagione per gli avversari, non basterà solo non perdere ma si dovrà vincere e convincere altrimenti non pensiamo che Giuntoli & Soci potranno salvarlo.

Anche perché fra un attimo pure loro dovranno pensare a salvarsi e se i “suoi” giocatori non fanno per affetto quella corsetta in più, figuriamoci se qualche dirigente rischierà il suo posticino.

Tutto può ancora succedere soprattutto se Thiago deciderà di tornare con i piedi sulla terra e non continuare a camminare tre metri sopra il cielo in compagnia del suo Ego smisurato, cercando di passare dal chi semina vento raccoglie tempesta al più terra terra fare di necessità virtù, allora forse ce la farà.

Per Thiago che di bianconero non ha proprio nulla varrà il motto della casa Fino alla fine, sperando che sia un lieto fine.

Redazione

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