Ci ha lasciato Bruno Pizzul indimenticata voce di mille telecronache sportive.
Gianluca Vialli ad Italia 90 impazzava nelle aree avversarie e Bruno Pizzul chiosava con una frase che è poi passata alla storia: “Vialli, finta, tiro! Fuori! Tutto molto bello!”.
Ognuno di noi ha nelle orecchie e spesso nel cuore una frase di quelle storiche pronunciate da il Bruno Nazionale durante le sue telecronache e che a distanza di anni le ricordiamo ancora ci dice fondamentalmente due cose: lo spessore della persona e il cambiamento dei tempi.
Quando Pizzul aveva preso il posto di Nando Martellini, altra icona del giornalismo parlato che a sua volta aveva rilevato il posto di Nicolò Carosio andando veramente indietro nel tempo, un po’ di scetticismo circolava.
Fare la telecronaca delle partite dalla Nazionale di Calcio era una cosa seria, bisognava oltre che essere preparati, riuscire ad entrare nei cuori di chi ti ascoltava senza andare mai sopra le righe con commenti partigiani, ma accompagnare le immagini che si susseguivano sullo schermo.
Ecco Pizzul era veramente l’antitesi delle telecronache urlate di oggi. Telecronache che ad alcuni riescono molto bene mentre ad altri proprio male risultando posticce come i capelli di Cesare Ragazzi (altra citazione boomer).
Non ha avuto la gioia di commentare una vittoria mondiale della Nazionale ma ci ha accompagnato nei momenti di delusione quando l’Italia per un soffio non ha vinto. I suoi silenzi seguiti subito da una cronaca quasi consolatoria ti davano la possibilità di superare l’attimo di delusione che la sconfitta porta con se.
Sono cambiati i tempi dicevamo, tutto corre e viene macinato nel giro di pochi giorni, spesso di poche ore. Contenuti che vengono rinnovati di continuo con un bombardamento costante di finte novità.
Era uscito di scena da un po’ ma quando DAZN lo scelse come testimonial della sua campagna pubblicitaria, nella frenesia delle proposte video, ti fermavi ed ascoltavi quella voce ed il suo modo di fare scnzonato rendendoti conto che anche in questo frullatore lui aveva ancora uno spazio. Un piccolo spazio che generava grandi ricordi.
Ora le telecronache Rai, fatte di seconde voci improbabili che coprono le prime dove queste sono troppo spesse capitate davanti al microfono più per raccomandazione che per capacità, sono tristi e francamente ci sembrano senza speranza quando tentano di scimmiottare il Re degli “urlatori” Caressa al quale comunque va riconosciuto, che piaccia o meno, di avere uno stile tutto suo proprio come Martellini prima e Pizzul poi.
“Andiamo a Berlino Beppe” rimarrà anche questa nei nostri cuori.
Sono cambiati i tempi è cambiato il mondo ma quando te ne vai lasciando così tanti sorrisi intorno a te, francamente, qualcosa di positivo oltre alle telecronache l’hai raccontato.