Il Piatto piange

Partitaccia della Juve e del suo allenatore ma anche Giuntoli è sotto accusa.

La Juventus, ormai da settimane, sembra camminare sul filo sottile di una crisi mai del tutto esplosa, ma sempre presente. Con la seconda sconfitta stagionale, il quadro diventa più chiaro: non è tanto il numero di sconfitte a preoccupare, quanto l’impressione di farsi male da sola e di una fragilità che si manifesta nei pareggi e nella difficoltà a chiudere le partite.

La Juventus di oggi non è solo scarica è anche dannosa per sé stessa.

Ogni errore pesa il doppio, ogni occasione mancata sembra scavare un solco più profondo. Se c’è una partita che meglio rappresenta questa situazione, è stata Milan-Juve.

Una gara che ha mostrato con estrema chiarezza i limiti e le contraddizioni di questo gruppo: giovane e pieno di potenziale, ma incapace di esprimere la forza che potrebbe avere. Tra ciò che la squadra è e ciò che potrebbe essere, c’è un abisso che sembra crescere ogni settimana.

Scelte dell’allenatore che paiono incomprensibili, così come quelle che hanno indirizzato il mercato con acquisti che mancano, vedi un’altra punta, acquisti che non servono a nulla, vedi Douglas Luiz, ed acquisti nettamente al di sotto delle aspettative e del prezzo pagato, vedi Koopmeiners.

E ora si entra nel cuore della stagione, con gennaio che si profila come il mese più complicato per la Juventus. Non c’è tempo per rimuginare sugli errori; all’orizzonte ci sono sfide che non lasciano spazio a esitazioni.

Si parte tra una settimana con il derby contro il Torino, una partita che è molto più di una semplice gara di campionato. Poi, la trasferta a Bergamo contro l’Atalanta, sempre un campo ostico e soprattutto quest’anno, seguita dal big match contro il Milan in casa e, per concludere, un’altra trasferta infernale contro il Napoli.

L’impressione è che alla fine di questo ciclo si tireranno le somme e qualcuno dovrà spiegare al grande capo che cosa non è andato per il verso giusto.

Thiago rischia di essere travolto dalla sua inesperienza e dal suo essere troppo sicuro delle sue scelte. Tutto va bene se le cose girano per il verso giusto ma se non è così allora qualcuno dovrà spiegare in maniera chiara come mai Douglas non gioca e perchè l’allenatore non riesce a trovare il posto giusto dove metterlo.

L’impressione è che gli alibi stiano per finire e allora saranno dolori.

Redazione

Redazione

YouTube
YouTube
Instagram