Il City rialza la testa

Torna alla vittoria il City sul Leicester che continua a sbandare.

I campioni a Leicester centrano il successo numero 2 nelle ultime 14 partite, piegando le Foxes in crisi come loro (quarta sconfitta di fila con 12 reti incassate e appena una segnata) con un gol per tempo ma soffrendo per tutta la ripresa, incapaci come sono in questo momento di assomigliare alla loro versione migliore.

Ora però al City importa vincere, come è secondario. E conta che i suoi campioni ritrovino la fiducia: a cominciare da Erling Haaland che mette il sigillo al 74’ (assistito da Savinho, che aveva sbloccato al 21’ per il suo primo gol col City) per quello che è appena il suo quarto gol nelle ultime 14 partite di Premier. Guardiola ha azzeccato le scelte, rilanciando dall’inizio Kevin De Bruyne, vivace senza essere geniale, chiedendo a Rico Lewis di affiancarsi costantemente a Mateo Kovacic in mediana e scegliendo Bernardo Silva in mezzo per dare una mano anche quando la squadra difende.

Ha funzionato perché è arrivato il risultato che il City aspettava nella partita numero 500 di Pep Guardiola sulla panchina della parte blu di Manchester, ma non ha certo cancellato tutti i guai: il City in difesa ha ballato tantissimo, soprattutto a inizio ripresa quando il Leicester ha più volte sfiorato il pareggio (e colpito due legni). E in attacco, tolti i gol, ha comunque fatto fatica a creare.

Resta il risultato, i 31 punti in classifica, la prima vittoria in trasferta dal 20 ottobre, la seconda (col secondo clean sheet) in questo filotto lungo ormai due mesi in cui i campioni sono precipitati dal Paradiso all’Inferno, chiudendo il girone d’andata fuori dalle prime 4 e con 8 punti nelle ultime 10 giornate (dopo 23 nelle prime 9).

Guardiola nei prossimi giorni proverà ad assicurarsi che sia il primo passo verso la risalita, magari con qualche aiuto da quel mercato dove il City conta di essere attivo, e non l’eccezione che conferma la regola degli ultimi due mesi, e cioè che i campioni sono in crisi.

Redazione

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