City-Everton 1-1

Almeno non hanno perso questa la magra consolazione per i Pep Boys.

Nemmeno il Boxing Day risolve la crisi del City, che almeno non perde (come aveva fatto in 9 delle precedenti 12 partite) ma che non va oltre il pari interno con l’Everton, con l’aggiunta del rigore del possibile 2-1 sbagliato a inizio ripresa di Haaland (bravo Pickford a intuire) che conferma quanto i problemi dei campioni in carica siano principalmente di testa.

Lo sono anche in difesa: il pari di Ndiaye al 36’, su gran palla di Doucouré, è l’ennesima gentile concessione di una retroguardia che ha concesso gol in 12 delle ultime 13 partite. Pep ha come sempre l’alibi degli infortuni, con 8 indisponibili e il 35% dei giocatori di movimento in rosa costretti a fermarsi, ma deve anche fare i conti coi soliti problemi che stanno affondando il City da fine ottobre: difesa vulnerabile (2,15 gol subiti nelle ultime 13 partite), attacco inconcludente (l’1-0 al 14’ lo ha firmato Bernardo Silva, ma il City da quando è imploso viaggia a 1,15 reti a partita contro le 2,25 dei primi due mesi), troppi giocatori fuori condizione.

La buona notizia è che almeno stavolta i campioni non hanno perso, come nelle tre precedenti partite, ma la classifica ora dice che la squadra di Guardiola ha 28 punti e ne ha fatti appena 5 in Premier dal primo novembre in avanti: solo il Southampton ultimo in classifica al momento ne ha fatti meno. L’Everton, alla seconda partita con proprietà Friedkin, il pareggio se l’è guadagnato col rigore parato da Pickford, una difesa attenta e un attacco sempre pronto a ripartire: sale a 17 punti in classifica col quarto risultato utile consecutivo.

E il rimpianto per un contropiede 4 contro 2 al 96’ sprecato malamente che poteva valere l’impresa. 

Redazione

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