Guardiola ciclo finito?

Il suo City appare spento proprio come lui che non trova le soluzioni giuste.

Sono serviti 14 anni, un’eternità per il mondo del calcio, e un sottilissimo filo conduttore per far capitolare uno dei record di imbattibilità più longevi della Champions League.

Era da 14 anni, infatti, che l’allenatore catalano non perdeva contro una formazione italiana in Champions League e se ieri sera il merito è stato tutto della Juventus allenata dall’allenatore italo-brasiliano, l’ultima volta fu la sua Inter, con lui in campo, ad imporsi. Era l’Inter di Mourinho che poi vincerà il triplete, un’era fa.

Qualcosa in questa stagione si è però rotto e oggi, quel rapporto che sembrava destinato a diventare eterno con il Manchester City è più che mai in bilico e c’è addirittura chi ha già iniziato a chiedere la sua testa.

Guardiola negli ultimi due anni aveva già centrato due record storici per un club la cui storia sportiva di fatto diventa gloriosa soltanto negli ultimi 15 anni: prima la vittoria della prima Champions League (in finale contro l’Inter) e poi la vittoria della 4a Premier League consecutiva. L’allenatore catalano da sempre vive di stimoli e quest’anno, come testimoniano diversi video inediti pubblicati da dentro gli spogliatoi, l’asticella era stata fissata sull’impresa finora riuscita a nessuno nel campionato inglese: vincere 5 titoli consecutivi. 

Oggi quell’impresa sembra lontanissima e la sensazione che si vive guardando le gare del Manchester City è che ai giocatori non riesca ad arrivare nient’altro che una tensione negativa da parte dell’allenatore. Guardiola lo ha anche ammesso, non un buon segnale, in un’intervista concessa a Prime Video prima del ko con la Juventus: “Sono una persona che si innervosisce, ho dei giorni brutti, sbaglio tanto. A volte perdo la testa? Si. Dormo male e non digerisco, devo sempre mangiare leggero. Solo zuppa alla sera”.

Quello che però più preoccupa è l’assenza di un piano B, di un’alternativa: “Quest’anno non lo so. Credo sinceramente che sarà un anno con grandissime difficoltà. Noi dobbiamo trovare continuità”.

In un clima misto a tensione e rassegnazione va inoltre ricordato che il Manchester City rischia addirittura la retrocessione per l’accusa di una ripetuta violazione del Fair Play Finanziario interno della Premier League e, inevitabilmente, anche questo incide sulla squadra e sull’allenatore che, per la prima volta dal 2016 inizia ad essere scaricato anche dalla sua gente.

C’è infatti chi, fra i tifosi, sta chiedendo l’esonero di Pep ritenuto ormai finito il suo ciclo. E Guardiola? Come per quanto accade in campo resta rassegnato: “Adesso non ci sono allenatori né giocatori o società che non passano uno o due mesi brutti. Quello che può andare peggio? Peredere, perdere e perdere. Che fanno? Mi mandano a casa? Vado a casa. È la vita”.


Redazione

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