Bove, carriera a rischio

Arrivano i primi risultati medici e non sono incoraggianti per la carriera del giocatore.

I dottori stanno passando al setaccio non solo lo storico diagnostico del centrocampista viola, ma anche il suo codice genetico, sempre nel tentativo di chiarire il perché dell’arresto cardiaco del Franchi. Il ritorno in campo, almeno quello in Italia, è ormai appeso a un filo sottilissimo, anche perché quella piccola cicatrice sul cuore, emersa nella risonanza magnetica ripetuta due volte dal ricovero, potrebbe avere una spiegazione più antica.

L’aritmia sul prato e quei secondi sembrati anni potrebbero avere una origine subdola e difficilmente prevedibile. Per questo l’attenzione è massima sia sulla miocardite del 2020 figlia del Covid, che il talento allora alla Roma avrebbe superato con cortisone e riposo e senza apparenti strascichi, sia su eventuali fenomeni pregressi durante l’adolescenza. Da quel 2020 in poi, la risonanza magnetica cardiologica è diventata un’usanza nelle visite con idoneità sportiva fatte da Edoardo a Villa Stuart fino al 2023: nella clinica della Capitale confermano che niente di allarmante è mai apparso in quei tracciati, mentre i nuovi esami di secondo livello, successivi all’aritmia, hanno evidenziato l’impronta all’altezza del ventricolo sinistro.

Ben prima di cederlo in prestito a Firenze (sarebbe scattato l’obbligo di acquisto con il 60% delle presenze) il 30 agosto, Bove ha comunque ottenuto l’idoneità sportiva per il 2024-25: la Roma in questo caso si era rivolta alla clinica Paideia, poi la Fiorentina non aveva ripetuto la pratica in un centro di Medicina dello sport convenzionato con il Coni. Per la legge, bastava avere in mano il precedente certificato, valido per la Federazione italiana.

Era stato lui stesso a chiedere ai compagni di evitare magliette celebrative, ma ieri le immagini del Franchi lo hanno comunque commosso. Arriva direttamente da lui il diktat per il suo intorno: bocche cucite, parlano solo i canali ufficiali. Del resto, il momento è delicato, l’apprensione evidente anche davanti a Careggi, in cui anche ieri i dirigenti viola come d’abitudine sono venuti in visita nonostante la partita serale.

Redazione

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