Auguri …

Oggi cade “il 118 compleanno” del Torino inteso come società calcistica.

Era il 3 dicembre 1906 quando, nella birreria “Voigt” in via Pietro Micca, quello che poi divenne il “Bar Norman”, Alfredo Dick e altri 23 distinti signori che si erano appena dissociati dalla Juventus, decisero di fondare il Football Club Torino.

C’è modo e modo di dire Auguri!

Il primo ovviamente è quello simpatico che augura una felice festa, l’altro più sarcastico è quello di augurare buona fortuna di fronte ad un’impresa disperata.

Nel caso del Torino FC, ex A.C. Torino, vale in entrambe le maniere: buon compleanno da una parte e buon lavoro per chi ormai è certo arriverà. E’ il 118° compleanno ma come si sa questo è anche il numero che si chiama in caso di emergenza sanitaria e visto l’agonizzare della squadra granata e soprattutto in riferimento alla sua gestione, mai numero poteva calzare meglio.

E’ persino inutile ripercorrere l’epopea Cairo nel Torino, lo Special One Mourinho sintetizzerebbe tutto con una sola frase: “Zero Tituli“. Ma chi conosce un minimo il modus operandi dell’Urbano Communication non poteva aspettarsi qualcosa di diverso.

Sicuramente Cairo è un genio nel raschiare il fondo del barile, prendendo attività agonizzanti, tagliando i rami secchi (tutti), lasciando con il motore al minimo la macchina e procedere senza fermarsi verso traguardi che hanno una sola destinazione ovvero la massimizzazione del profitto.

Questa è la legge del mercato ma purtroppo non è la legge del cuore, ma è fin troppo evidente che in questo mondo dove scegliamo ogni giorno una strada, decidendo sempre per il meno peggio, quando i sentimenti e l’affezione vengono completamente dimenticati alle volte (non sempre) i mugugni non mancano.

Dispiace vedere i tifosi delusi che contestano, ma è talmente chiaro che il loro Toro è stato per Cairo solo e sempre un Brand-Asset da abbinare agli altri presenti nel Portfolio: La7, RCS vari, Bell’italia-Europa-Mondo, e gossippamenti vari. La ricerca della mietitura pubblicitaria è l’unico mantra del modus operandi che circola nel cervello di Urbano.

Ora stanno per arrivare gli Arabi del fondo PIF, non la jena ma il Public Investment Fund che è uno dei più grandi fondi sovrani al mondo, con un patrimonio complessivo che supera i mille miliardi di dollari. 

Questi vogliono tutto!

Le corse ciclistiche di RCS, Giro d’Italia, Milano Sanremo, Tirreno-Adriatico ecc., il Toro, lo Stadio e vox populi recita anche il Pala-Isozaki ( Alpitur ora Inalpi e presto Red Bull Arena), il Filadelfia dove c’è una clausola a favore di Urbano e poi magari si prendono anche la Fiat ex Mirafiori, la Reggia di Stupinigi, Palazzo Madama e Villa della Regina con annessa vigna. Si scherza ovviamente sulle ex proprietà dei Savoia di prima e di quelli di oggi (gli Agnelli).

Nemmeno quelli di Affari a Quattro Ruote sarebbero riusciti a comprare qualcosa da un fallimento per 187.000 Euro, rimetterlo in pista con i soldi dei diritti TV e rivenderlo inserendolo in un pacchetto a cifre pluri-milionarie.

Naturalmente la vendita pubblicitaria legata a tutte le manifestazioni, immaginiamo, rimarrà saldamente nelle mani di chi oggi fattura milioni riempiendo di Beretta ed Edilizia Acrobatica lo stadio.

Sarebbe bastato vedere a chi è stata delegata la costruzione e la crescita del Fila per capire tutto ma mettere le mani in un nido di vespe lo lasciamo fare agli altri.

E allora Auguri a quelli che arrivano e che almeno per il Toro si troveranno di fronte al deserto dei tartari, non per i conti pensiamo, ma per le strutture e l’organizzazione, nella speranza che quelli del 118 riescano nell’impresa disperata di rianimare una tifoseria che nemmeno i rivali storici prendono più in giro.

Redazione

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