Si ripresenta Ranieri

Presentato alla stampa Ranieri è un fiume di parole.

Si è presentato per la terza volta come allenatore, ma la conferenza stampa di Claudio Ranieri ha già un forte sapore di approccio manageriale. Traspare ovviamente l’amore per i colori giallorossi ma il Mister ha voluto fare una precisazione per prima, perchè il suo cuore è diviso a metà fra Roma e Cagliari:

Io avevo smesso di allenare: ho avuto più richieste in questi mesi rispetto a quando ho vinto la Premier con il Leicester. E ho detto a tutti di no. Solo in due casi potevo tornare: o per la Roma o per il Cagliari nel caso in cui qualcosa andasse male. Ma ero davvero convinto di smettere, il fato ha voluto che tornassi a casa. Pensavo di finire a Cagliari, ma ho iniziato nella Roma da giocatore e finirò qui come allenatore e dirigente. Ci tenevo a dirlo per la gente di Cagliari”.

La seconda specifica di Ranieri è sul ruolo esatto che avrà a Roma nella Roma: “Sono stato chiamato lunedì mattina e sono partito per Londra. Abbiamo deciso insieme: sarò allenatore, dirigente e persona vicina al presidente”.

Gli ricordano che lui aveva criticato i Friedkin per l’esonero di De Rossi: “Sapete che io dico tutto in faccia. L’ho detto a Dan Friedkin che mi ha lasciato a bocca aperta per come mi ha risposto. Lui non può vedere Roma Caput Mundi e la squadra che non va. Sa che ha speso tanti soldi e non è riuscito a fare quello che voleva fare. Questo mi ha convinto. Ora tocca a me e spero di riuscire nel mandato che mi ha messo lì davanti. Lo ringrazio perché mi ha riportato nella casa madre, io farò di tutto e questo i tifosi lo sanno”.

Le domande si spostano sul piano tecnico e sui correttivi che adopererà per far ripartire la Roma e si parte da Dybala che pare essere stato la causa scatenante per il licenziamento di De Rossi: “Su Dybala sono stato chiaro con Friedkin: io faccio come mi pare. Non mi frega niente di clausole o non clausole, non so nemmeno se è vero o non è vero. Decido io e basta. Se mi incazzo sapete come sono: parlo romano e mando per aria i tavoli. Io parlo sempre in faccia e sanno cosa penso di Paulo. So che non può giocare sempre ma se sta bene gioca, io lo farei giocare sempre 90 minuti. Se sta nella rosa, scelgo chi voglio. Ricordo ancora quando feci i complimenti a lui e Cristiano Ronaldo dopo due gol magnifici in Samp-Juve. Se non gli andava bene “me mannava” a casa. Una volta mi imposero una scelta del genere e sono stato mandato via”.

Poi su Hummels: “Mi sono rivisto la finale di Champions e altre partite e mi chiedo perché non giochi. Ora vediamo, magari sbaglierò anche io”.

Il tecnico a fine stagione diventerà dirigente senior del club. “Sarò l’uomo vicino ai Friedkin – spiega Ranieri -. Avevano bisogno di una persona che sa di calcio ed è conosciuta. Parleremo e decideremo tutti insieme sbagliando il meno possibile e cercando di riportare la Roma nelle prime posizioni. Si dice a Firenze che è più facile criticare che fare. Noi cercheremo di fare bene”. Sulla presenza di Friedkin: “In Italia c’è questa abitudine, ma se ci fate caso tutte le proprietà straniere parlano pochissimo. Abramovich lo incontravo soltanto sull’aereo, e io stavo in ‘grazia di Dio’. Solo noi italiani abbiamo bisogno di questa figura. Se mi ha chiamato Friedkin, significa che si è reso conto che qui c’è bisogno di altri personaggi a rappresentarli”.

Ed ora tutti al lavoro!

Redazione

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