Non ci ripenso

Ranieri mette fine alle voci che lo vogliono in panchina a Roma.

Si sta svolgendo a Cagliari la Gigi Riva Week, una manifestazione che ricopre una settimana intera per festeggiare l’ottantesimo compleanno del mito di Gigi Riva. Tanti ospiti hanno preso parte a “Sa Festa“, evento svoltosi al Teatro Lirico nel giorno del compleanno, tra cui Claudio Ranieri, altra figura storica per i colori rossoblù e finito al centro di rumors di mercato per un possibile ritorno in extremis alla Roma. L’ormai ex allenatore, per ora, non ha però cambiato idea.

HO CHIUSO A CAGLIARI – “Alla fine penso di aver chiuso un cerchio con il Cagliari, se penso che ho esordito in A con Scopigno (allenatore dello scudetto) in panchina ed ho chiuso la carriera proprio qui in Sardegna“.

“Il figlio (Nicola) mi scriveva e mi chiamava spesso nell’ultimo periodo. Io ero indeciso perché avevo passato uno dei periodi più belli della mia carriera in Sardegna. Ai tempi ero un giovane allenatore, o meglio speravo di diventarlo ma non lo sapevo. Qui ormai siamo tutti allenatori, pronti a dare indicazioni, su cosa si deve fare. Ricordo ancora che alcuni miei amici mi sconsigliavano di andare a Cagliari, perché mi sarei bruciato. Venni qui e ci fu la grande impresa, dalla C alla Serie A. Sono stati tre anni meravigliosi, andai via perché mi sentivo troppo coccolato, viziato. Il calcio sono calci nel sedere, porte chiuse e non solo coccole. Anche quando vinsi il campionato in Inghilterra con il Leicester pensavo al Cagliati. Dentro di me c’era sempre Cagliari, soprattutto perché nei momenti difficili pensavo a quel periodo, era la mia isola felice, la mia coperta di Linus, il mio stimolo continuo. Alla fine stavo ragionando da egoista, perché volevo tornare ma avevo il timore di i perdere quei tre anni meravigliosi nella mia mente. E invece un giorno lessi un trafiletto di Gigi suoi giornali dove diceva che io ero uno di loro e che in caso di ritorno sarei stato accolto a braccia aperte. Sono tornato e non mi sono pentito”.

“Ho giocato contro Gigi nel 1974 quando ero alla Roma, all’ultima giornata di campionato. Ancora oggi ringrazio di aver dovuto marcare Gori e non lui. Nei miei anni a Cagliari lo incontravo spesso perché era presidente onorario. Quando sono tornato però non l’ho mai visto. Per rispetto chiedevo a Nicola (il figlio), anche per una cena. Invece a sorpresa un giorno mi chiamò, quando in Serie B stavamo in una situazione simile ad ora, con gli arbitri un pochettino così. Al telefono mi disse che gli arbitri sbagliano, di non fare nulla, di non mollare. Mi richiamò poi all’ultima partita di playoff, mentre entravamo nello spogliatoio a Bari. Mi disse che là con noi non ci sarebbero stati solamente i tifosi presenti a Bari ma un Isola intera”.


Redazione

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