I giocatori protagonisti dell’ammutinamento dei rigori a rapporto dal Mister.
L’amicizia rischia di costare loro carissima. Anche se a pagarne il prezzo era stato prima il Milan: domenica scorsa a Firenze sull’asse Tomori-Abraham si era consumato il secondo errore dal dischetto. Assist di Fikayo che salta in area per raccogliere un pallone spiovente e passarlo a Tammy: l’ex giallorosso si incarica del rigore e sbaglia.
Lo schema aveva tagliato fuori Pulisic, battitore ufficiale, che volta le spalle e se ne va a testa bassa. Non ci sta invece Fonseca: “Sono incaz…, il tiratore è Christian. Non so perché i ragazzi abbiano cambiato. Ho già detto che non succederà mai più”. L’allenatore si era già arrabbiato dopo il primo errore: allora era stato Theo a stravolgere le gerarchie dei rigoristi. Motivo per cui la ribellione di Tomori e Abraham è stata doppiamente fuori luogo. La panchina contro l’Udinese, alla ripresa del campionato, potrebbe essere la conseguenza. C’è un altro precedente di coppia che indica la strada: Theo e Leao, svagati e svogliati nella sconfitta di Parma, rimasero a sedere nella successiva trasferta di Roma con la Lazio.
Almeno all’inizio. Su questo Fonseca non transige: gli sbagli tecnici ci stanno, quelli comportamentali no.
E infatti non è per l’errore dal dischetto che Abraham verrebbe lasciato fuori. Ma per la disubbidienza all’allenatore. Per Tomori varrebbe lo stesso.
Nel frattempo anche le prestazioni sono calate, sempre di pari passo. Lo schieramento con Tammy centravanti e Morata trequartista aveva funzionato nel derby e contro il Lecce. Nell’ultima di campionato con la Fiorentina invece no: Tomori si era visto sorpassare dal pallone che Gudmundsson aveva trasformato nel raddoppio viola. E Abraham, oltre a sbagliare il rigore, non aveva creato altri pericoli. Motivo per cui Pavlovic potrebbe riprendersi una maglia al centro della difesa e Okafor scalzare Tammy per un posto da centravanti adattato.
L’unico vantaggio per Tomori e Abraham è la presenza a Milanello, sempre uno al fianco dell’altro: nessuno dei due è convocato in nazionale inglese. Potranno quindi lavorare duro e mostrarsi pentiti agli occhi di Fonseca, che potrà verificarne i progressi.
Tocca a loro meritarsi la conferma, rispettando le indicazioni di Fonseca. C’è tempo per il riscatto: ovviamente, insieme.