New Zealand travolge Ineos

Tre regate e tre vittorie per gli inglesi non sembrano esserci possibilità.

Solo il vento ha fermato la corsa di New Zealand verso la riconferma del titolo di barca più veloce e performante del panorama velico mondiale.

Team New Zealand sta dimostrando tutta la sua schiacciante superiorità nelle acque di Barcellona e sta letteralmente dominando la America’s Cup. Dopo il doppio sigillo fermato ieri pomeriggio in terra spagnola, i Kiwi hanno dettato legge anche in gara-3 e ora conducono per 3-0 nella serie che mette in palio il trofeo sportivo più antico del mondo. Il Defender ha surclassato INEOS Britannia con condizioni di vento molto leggero (7-8 nodi), tagliando il traguardo con un vantaggio di 52 secondi.

Peter Burling e compagni sono in possesso di una barca oggettivamente più veloce, sia in bolina (come apparso chiaro già nella giornata di apertura) che in poppa (dove ieri i britannici erano sembrati leggermente migliori), ma soprattutto manovrano meglio anche con brezza morbida e sono impeccabili in ogni frangente.

I settecento metri di distacco inflitti all’equipaggio guidato da Ben Ainslie sono oggettivamente una lezione di vela impartita al Challenger of Record, che aveva regolato Luna Rossa nella finale di Louis Vuitton Cup.

C’è stata regata soltanto nelle battute iniziali, poi i ragazzi di Grant Dalton hanno messo il turbo e hanno meritato il successo più netto di questa serie. Le due barche sono state vicinissime tra loro quando mancava un minuto alla partenza e INEOS Britannia è stata penalizzata perché era Team New Zealand ad avere la precedenza con mure a dritta. La corazzata oceanica è partita meglio e già dopo aver valicato le boe dello start era davanti di una cinquantina di metri, che sono poi diventati 120 quando i britannici hanno scontato la penalità.

La quarta regata annullata per mancanza di vento verrà recuperata nella giornata di domani con modalità e orari ancora da stabilire.

Ma ormai è chiaro che le prossime regate saranno solo una passerella per New Zealand ed è altrettanto chiaro ai suoi avversari che se vorranno un giorno (lontano) battere i Kiwi dovranno tirare fuori dal cilindro qualcosa di formidabile, calando il Poker d’Assi solo all’ultimo.

Forse per evitare uno spettacolo così deprimente per tutti quelli che non sono Neozelandesi le regole d’ingaggio dovrebbero essere riviste.

Redazione

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