Douglas ora è un problema

Seconda partita con rigore concesso da un Duoglas Luiz fuori contesto.

Quello che doveva essere l’acquisto da favola, si è trasformato in neanche 90 giorni in un mezzo in un incubo: Douglas Luiz.

E’ che è una brutta botta concedere un rigore decisivo, figurarsi ripetere quella sensazione di vuoto allo stomaco in pochi giorni, pochissimo tempo, neanche quello di riprendersi dalla mazzata precedente. Ecco: stavolta è pure peggio, quantomeno a Lipsia c’era stata la rimonta e l’ideale perdono di tutto l’ambiente davanti alla bellezza del risultato. Ebbene: stavolta no, stavolta con il Cagliari sono due punti persi e la sensazione – sempre più marcata – è che Douglas sia completamente fuori contesto. Cioè che un posto, all’interno di questa Juventus, proprio non riesca a prenderlo. 

In un reparto pur mobile, almeno in termini di gerarchie come il centrocampo bianconero, Luiz non si è mai messo in luce. Thiago Motta l’ha provato davanti alla difesa, e ha fatto fatica, è stato uno dei due mediani sia nel 4-2-3-1 che nel 4-1-4-1, e comunque non ha inciso.

Non è stato uomo da guizzo negli ultimi metri, nemmeno da rincorsa sugli avversari. E‘ un giocatore da palleggio, sì, ma incastrato male in una Juve che cerca un possesso verticale. E sicuramente troppo dinamica per il suo ritmo. Già, il ritmo: è quello che sembra mancargli più di tutti, e il fatto che giochi a singhiozzo chiaramente non aiuta. Ma oltre gli episodi e la sfortuna, perché concedere due rigori in tre giorni è errore misto a sfiga, c’è un chiaro vortice di smarrimento. Dovrà avere la forza per uscirne. 


Mezz’ora in campo e neanche un duello vinto, per lo stesso giocatore che, oltre alla qualità palla al piede, in Inghilterra aveva dimostrato di avere un passo deciso e forte, di essere colui il quale avrebbe trascinato in un’altra dimensione la Juve. Che pure è diventata diversa, ma certo senza di lui. 

Che pure palleggia, però senza la qualità del brasiliano. Ad oggi, Locatelli e Fagioli gli sono davanti: non avranno i suoi piedi, tuttavia compensano quel limite di creatività con il doppio della corsa e con ottime intenzioni, spesso tutte verticali.

Douglas ora è un problema, troopo grande l’investimento e troppo poca la resa. Ma Thiago deve inventarsi qualcosa.

Redazione

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