Cerimonia d’Apertura bagnata si dice fortunata, un po’ lunga ma coinvolgente.
Non siamo dei grandissimi amanti delle Cerimonie d’Apertura delle manifestazioni più importanti, dove il rischio di strafare è sempre dietro l’angolo e spesso diventano noiose.
Un po’ lunga ma decisamente bella questa di Parigi, dove per loro natura i francesi ed i modo particolare i parigini ammalati di grandeur, hanno messo al primo posto su tutto … la Francia.
Belle le coreografie, carine le squadre che sfilavano sui Bateaux Mouches, anche se alcune sono finite su delle barchette alquanto improbabili, balletti, canzoni e video dove la grafica computer l’ha fatta da padrone. Bella la trovata dei personaggi che escono dai quadri per guardare la sfilata.
Un po’ meno simpatica la rappresentazione del furto della Gioconda, almeno per noi italiani, che francamente ce la saremmo risparmiata. Un po’ come darci dei ladri davanti a tutti quando il mondo guarda tutto insieme proprio lì ed anche per dire che la Gioconda è loro.
O prima o poi troveranno il modo per dire che Leonardo era di Vincì, con l’accento sulla i, e quindi era francese. Ma se non avessero fatto così non erano più francesi.
Potevano mancare le valigie di Louis Vuitton? No di certo. Un po’ trash Maria Antonietta con la testa mozzata, i francesi nelle loro cose sono molto “tranchant”.
Tutto è filato liscio senza complicazioni “terroristiche” meno male. Le misure di sicurezza erano imponenti e almeno li nulla è stato lasciato al caso. Non si può dire altrettanto per i meteorologi transalpini che non hanno pensato alla pioggia e l’organizzazione che non ha coperto almeno la tribuna autorità.
Mattarella con l’impermeabile usa e getta sotto il diluvio a 83 anni felice come un ragazzino … spettacolare! Ma quanto gli vogliamo bene.
Finite le coreografie tutte molto belle è iniziata la parte istituzionale con il discorso di rito e l’accensione del bracere olimpico che ha avito momenti di pathos altissimi.
Bello vedere Nadal, Serena Williams, Nadia Comaneci e Carl Lewis che portano sul battello la fiaccola.
Toccante vedere e sentire Céline Dion cantava L’Hymne à l’amour di Edith Piaf, che con tutti i problemi di salute che ha ci ha fatto pensare Mohamed Alì.
Un grande spettacolo o un polpettone, dipende dai punti di vista e dalla sensibilità.