Scintille e insulti fra Verstappen e la Red Bull il rapporto sembra ormai al termine.
A Budapest il campione del mondo in carica e leader della classifica ha infatti non solo vissuto una “giornata particolare” sul piano sportivo ma per tutta la durata della gara si è anche mostrato molto nervoso e polemico nei confronti della squadra.
Chi pensava che i titoli mondiali lo avessero fatto maturare si è dovuto, ampiamente, ricredere.
Un atteggiamento che forse tradisce un po’ di preoccupazione per le prestazioni di una Red Bull che negli ultimi weekend ha smesso di essere il punto di riferimento della categoria, nonostante il massiccio pacchetto di aggiornamenti tecnici portato all’Hungaroring per ritrovare la competitività perduta.
Già dopo lo spegnimento dei semafori, Verstappen si è infatti trovato in disaccordo con la scelta del team di cedere la posizione a Norris per evitare la penalità che sarebbe probabilmente arrivata per via del sorpasso irregolare completato fuori dalla pista, sfruttando la via di fuga in asfalto all’esterno di curva 1.
Comunque poca roba soprattutto in confronto a quanto sarebbe successo verso fine gara, quando l’olandese ha avuto da ridire sulla scelta strategica di restare in pista con gomme usurate, subendo così l’undercut (cioè il sorpasso ai box da parte di chi si ferma prima per montare pneumatici freschi) da parte di Hamilton e Leclerc.
“È abbastanza impressionante il fatto che continuiamo a subire l’undercut dagli altri. Questa cosa sta completamente rovinando la mia gara”, una delle comunicazioni con i box.
Max ha poi rincarato la dose anche dopo il secondo e ultimo cambio gomme, rispondendo così alla richiesta di Lambiase di non stressare eccessivamente le gomme nel primo giro: “No, adesso non rompere! Siete stati voi a darmi questa strategia di m***a, ok? Adesso io sto solo cercando di recuperare quello che resta”.
La proverbiale pazienza di Lambiase, da sempre considerato un vero maestro nel calmare Max nelle fasi concitate di gara a poco è servita dopo lo scontro con Hamilton. Mentre Super Max era convinto di aver ragione e continuava a chiedere una punizione per Hamilton dal box Lambiase gli rispondeva senza mezzi termini. “Max, non starò a litigare in radio con tutte le altre scuderie. Lasciamo che siano i commissari a decidere sulla questione. Ti stai comportando da bambino Max, da bambino!”.
A fine gara Max Verstappen rincara la dose con chiarezza: “È stato un po’ fastidioso subire certe decisioni. Perché non dovrei poter esprimere la mia opinione su quello che succede? Io sono fatto così e se qualcuno pensa che questa cosa influenzi la mia guida, allora non mi conosce. È il mio modo di fare, sono concentrato su quello che devo fare in pista. La gente si può sempre lamentare, ma non mi preoccupa. Dicono che sono stato irrispettoso? Si fot**no“.
Siamo ai titoli di coda immaginiamo. Il Team ormai sembra essere una cosa privata dei Verstappen padre figlio, con l’aiuto di Helmut Marko. Era molto comodo vincere con tutti che ti lodano quando hai una macchina che va 25/30 km ora in più, adesso che anche gli altri vanno forte vengono fuori i problemi.
I Verstappen sono una macchina da guerra collaudata e il figlio vuole una macchina sempre vincente, mentre il padre organizza i viaggi per la marea orange che segue il pilota nei vari circuiti.
La domanda, come si dice sorge spontanea, ma la Red Bull è contenta dello scippo che i due hanno fatto praticamente appropriandosi della scuderia? Evidentemente a loro basta vincere.