Il fondo americano Oaktree seduto sul bordo del fiume attende e Zhang rischia.
Sembrava tutto fatto e invece il rifinanziamento del debito appare meno scontato di quello che doveva essere.
La calma apparente del presidente Steven Zhang e degli uomini di Suning in questi giorni a Milano sembra rassicurante ma l’Inter è in ansia, perché la partita del rifinanziamento è vicina al fischio finale, ma non c’è ancora un risultato certo ed il rischio concreto di una battaglia legale e di una paralisi dell’operatività del club, almeno nell’immediato è dietro l’angolo.
Oggi è l’ultimo giorno lavorativo disponibile per la firma dell’accordo con Pimco per un prestito triennale da 430 milioni di euro.
Accordo, quello tra Suning e il fondo con sede a Newport Beach, che non è in discussione: quei soldi servono a Zhang per liquidare Oaktree, il cui finanziamento è in scadenza lunedì: va restituita una cifra di circa 375 milioni.
Il nodo è proprio il ruolo di Oaktree, che starebbe ostacolando con tutti i mezzi a sua disposizione la chiusura del nuovo finanziamento, forte del pegno sulle azioni dell’Inter.
Tutto ruota intorno al 20% del valore stimato dell’Inter cioè 800M. Se l’Inter venisse ceduto entro i tre anni dalla fine del finanziamento Oaktree avrebbe diritto ad incassare i 160M.
Il rifinanziamento di Pimco va proprio oltre i tre anni, quindi escludendo il possibile incasso e da qui la lotta legale che si sta scatenando.